martedì 6 settembre 2011

2.

Black Label (Man)

La pelle sulle ciglia, attaccata e quattro spicci di cielo fatto a pezzi, ché non vale niente, nel cristallino dei tuoi occhi.

Facemmo l'amore per tutta la notte, ogni notte.
 La carne dei fianchi tra le mie dita e i palmi,
 l'odore di fiori che ti cospargeva la bocca

 ti infransi la mia vita addosso.

sabato 7 maggio 2011

1.

Di quando scambiai mia moglie per un cappello e vagai per la città senza giacca e col vestito di lino bianco, giugno tre, domenica.
               Quelle situazioni imbarazzanti che capitano solo da vecchio.
Contare le monetine alla cassa per minuti infiniti, prendere la limonata con ghiaccio al baretto sulla piazza, sempre la domenica mattina, un euro il corriere del mezzogiorno, venti euro un vassoio di paste per il pranzo.


Trovare mia moglie vestita di giallo che ha fatto due torte e il gelato, le melanzane fritte, il timballo, ha pulito tutto, apparecchiato, messo le posate, contato le sedie, s'è spruzzata il profumo, ha ordinato i capelli, indossato camicia, gonna e golfino, s'è colorata gli occhi e s'è seduta a leggere un libro.


 Giugno tre, senza giacca e col vestito di lino, ho scambiato quel ben di Dio rintronato di mia moglie per un cappello.


E lei ha riso, ha riso tanto che prima di capire quanto realmente serio fossi, s'è scompigliata la faccia sotto le mani, sempre seduta sulla poltroncina lillà del salotto.


Un povero pazzo.


Scopro il tre giugno, domenica, di essere pazzo da almeno quindici anni,
lo scopro tutte le volte.
Scoprire, come se non l'avessi saputo mai,
come se fosse stata quella la prima volta di mia moglie a forma di cappello.